Delta

Delta si sfila da Alitalia

  • 5 anni fa
  • 2minuti

Delta nella notte ha comunicato di aver deciso di uscire dalla cordata, non essendoci più le condizioni.

Salta quindi la cordata per Alitalia, Atlantia fa sapere che “non ci sono le condizioni per l’adesione della società al Consorzio finalizzato alla presentazione di un’eventuale offerta vincolante” per il vettore nazionale perché secondo i Benetton manca un socio industriale.

Ieri Lufthansa ha confermato di non voler investire subito, ma inizialmente solo come partner.

“Abbiamo sempre detto che vogliamo prima vedere un’Alitalia ristrutturata, poi considereremo un investimento. Non abbiamo cambiato la nostra posizione. “, ha affermato Sphor durante la conferenza IATA Wings of Change Europe di Berlino, come riportato da Aviation International News.

Il rientro in campo di Lufthansa aveva agitato Delta,che aveva già dato alcune avvisaglie di non “gradire” il rientro di Lufthansa, inoltre il piano di Delta voleva declassare Alitalia mentre quello di Lufthansa nel sentiero già percorso con SWISS e Austrian no.

Considerazioni che devono aver fatto anche al governo e in Atlantia, Atlantia ha sempre preferito il gruppo tedesco, quindi è probabile che questa sia solo una pausa di riflessione, nel tentativo di convincere Lufthansa ad investire subito o comunque La decisione di Lufthansa, unita alle molte perplessità sul piano presentato dagli americani di Delta, ha firmare un patto vincolante per un entrata successiva.

Il pericolo che avvertono i Benetton è quello sottolineato da molti analisti: avere un progetto che nel giro di un anno brucerebbe rapidamente le risorse iniziali (800 milioni di euro) costringendo i soci ad una nuova iniezione di capitali.

I tedeschi invece sono pronti ad investire più di Delta (circa 150 milioni contro 100) ma solamente dopo una profonda messa a punto di Alitalia. Il vettore italiano, nella versione tedesca, dovrebbe scendere di peso, ma molto meno rispetto al piano Delta, meno aerei (90 contro gli attuali 118), meno personale (6 mila dipendenti contro gli 11 mila attuali), meno voli di medio raggio.

Le alternative sono due, durante questo ennesimo rinvio, un accordo con Lufthansa, che possa soddisfare tutte le parti, oppure a questo punto, i libri in tribunale, una nazionalizzazione in ogni caso richiederebbe un grande lavoro di risanamento, che nessuna forza politica oggi prenderebbe la responsabilità di portare avanti.

Ma è abbastanza probabile che in ogni caso sarà Lufthansa a prendersi carico delle sorti di Alitalia, oggi o domani quando sarà costretta a fermare a terra tutti i suoi aerei.

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