Boeing

Volo Ethiopian, velocità troppo elevata

  • 5 anni fa
  • 2minuti

Secondo quanto riferisce una fonte anonima all’agenzia Reuters, la velocità del B737 Max Ethiopian 302, era stranamente più elevata della velocità usuale in decollo, prima che il pilota segnalasse il problema alla torre di controllo per richiedere la priorità per un atterraggio di emergenza.

Il pilota aveva chiesto alla torre di controllo dell’aeroporto di Addis Abeba di salire di quota fino a 14.000 piedi e solo successivamente arrivò la richiesta di un atterraggio di emergenza.

Negli Stati Uniti l’ispettore generale del Dipartimento dei trasporti

L’ispettore generale del Dipartimento dei trasporti ha aperto un’indagine sulla procedura che ha portato alla certificazione per poter volare per il Boing B737 Max, lo riporta il Wall Street Journal.

La decisione è stata presa dopo che tutti gli aerei B737 Max sono a terra in tutto il mondo, l’inchiesta si concentrerà su il sistema automatico MCAS che secondo le prime indagini (non ancora concluse) sulle scatole nere è stato la causa dell’incidente del 29 ottobre in Indonesia.

Attualmente non è noto se il volo Ethiopian sarà oggetto di questa indagine, la FAA intanto risponde all’apertura dell’indagine, dichiarando che “che i suoi processi di certificazione degli aeromobili sono ben consolidati e hanno costantemente prodotto progetti di aeromobili sicuri“.

Le indagini

Il ministro dei trasporti etiopico ha dichiarato domenica che i dati preliminari recuperati dalle scatole nere hanno mostrato “similitudini” tra i due incidenti.

Un rapporto preliminare dello schianto di Lion Air ha infatti dimostrato che i piloti hanno lottato con il sistema MCAS non riuscendo a disinserirlo per mantenere il controllo dell’aereo che stava perdendo quota in picchiata sotto il controllo di tale sistema, che doveva prevenire lo stallo.

Boeing in effetti non ha nascosto che vi possano essere dei problemi per tale sistema ed ha promesso in accordo con la FAA un rilascio di un aggiornamento Software per Aprile.

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