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Ryanair non esclude chiusura di basi anche in Italia

  • 4 anni fa
  • 2minuti

La condizione posta da Ryanair per evitare la possibile chiusura, concordare tagli salariali.

Parte della strategia di Ryanair, già applicata in altre basi, non coglie di sorpresa in quanto dall’inizio della pandemia, il vettore e’ stato molto chiaro sul piano per resistete alla crisi, tra le misure, la riduzione temporanea delle retribuzioni.

L’ultima base in ordine di tempo a rischio chiusura e’ Francoforte Hahn (HHN), nel caso in cui i piloti non accetteranno un taglio degli stipendi, ma sono a rischio anche Berlino Tegel (da novembre BER), la base presso l’Aeroporto di Weeze vicino a Dusseldorf e Stoccarda (Lauda).

Michael O’Leary durante la presentazione dei risultati finanziari del primo semestre, ha avvertito che le basi in Spagna e in Italia sono a rischio, Ryanair ha attualmente 10 basi in Spagna e 13 in Italia.

“Stiamo anche esaminando alcune chiusure di basi in Spagna, dove i sindacati non hanno ancora accettato i tagli alle retribuzioni di cui abbiamo bisogno e penso che ci sia un rischio reale per alcune delle basi regionali in Italia” ha detto Michael.

O ‘Leary ha affermato che le chiusure di basi in Italia sono “inevitabili”, incolpando il lento ritmo dei negoziati con i sindacati, così come il governo italiano per “aver cercato di imporre il contratto nazionale applicato da Alitalia”.

Molte saranno le critiche ma il riaccendersi di focolai in Spagna e in Est Europa impongono misure drastiche per assicurare competitività ai vettori e salvaguardare la liquidità.

E’ importante sottolineare come questo non può essere a discapito dei lavoratori e come la legislazione italiana preveda strumenti “a tempo” come il contratto di solidarietà, facilmente applicabile viste le condizioni attuali.

Una soluzione che potrebbe essere applicata allo scadere della CIG per le altre compagnie come easyJet, qualora la crisi si protrarrà, ricordo che un contratto di solidarietà e’ solo temporaneo e consiste in una riduzione oraria e di retribuzione, con un integrazione di una percentuale dallo stato, delle ore non lavorate.

Un contratto che in Italia e’ applicato in situazioni di comprovata difficoltà di un azienda ed e’ compatibile anche nel caso di richiesta di proroga della Cassa Integrazione.

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