Aeroporti

I sussidi alle low-cost nel mirino del governo

  • 6 anni fa
  • 4minuti

Entro il 19 febbraio verrà discusso un D.L. presentato in Commissione trasporti del Senato, che vuole fare chiarezza sui sussidi che hanno ricevuto in questi anni, alcuni vettori, in particolare le low-cost, da aeroporti minori italiani.

Se ne parla da anni, Graziano del Rio ex ministro dei trasporti aveva già evidenziato l’anomalia nel 2017, rispondendo a una interrogazione parlamentare, parlando di 40 milioni di euro di contributi versati ai vettori mentre Alitalia per voce dell’ormai EX commissario Gubitosi, aveva stimato sussidi tra i 100 e i 150 milioni di euro.

Per alcuni aeroporti si parla addirittura di un contributo di 25 € a passeggero come a Verona, quando in un aeroporto “normale” come ad esempio Venezia, senza alcun contributo statale, la tariffa base per un biglietto di un volo low-cost è inferiore a tale cifra, anche di molto.

E’ chiaro come vi sia un inquinamento del mercato, e soprattutto un contributo che non è giustificato in pieno dalla necessità di rendere operativo uno scalo minore e fornire dei collegamenti a zone disagiate.

Gli aeroporti in Italia che hanno versato sussidi a Ryanair e che in seguito ad una sentenza della cassazione dello scorso anno, dopo un esposto di Alitalia, sono: l’aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca, l’aeroporti di Puglia (Bari), la Sogeaal (aeroporto di Alghero Fertilia) e Airgest (aeroporto Birgi di Trapani).

Ad Alghero, che ha un bacino di utenza molto piccolo nei mesi invernali, ma non certo in quelli estivi, potrebbe essere giustificato un seppur minimo contributo, Verona non vedo il motivo, Bari neanche, Trapani potrebbe in qualche modo riceverne ma sarebbe minimo e ora vediamo il perchè.

Da Trapani, solo recentemente Ryanair ha ripreso a Volare, inizialmente aveva sospeso tutti i voli sia per il taglio delle rotte successivo ai problemi del vettore con il personale di un anno, ma anche in polemica con la società di gestione in forte perdita, salvata dalla regione Sicilia che non poteva più garantire il sussidio.

Nel caso di Trapani però vi sono dati di Aviation Analytics che secondo un articolo del Corriere della Sera, evidenzia perdite per Ryanair per diversi voli in partenza da Ryanair e quindi non ne giustificano pienamente l’operativo.

Per ogni passeggero trasportato sulla Trapani-Trieste ad esempio, la perdita è di 1 euro, che diventano 2 nella tratta opposta (Trieste-Trapani) e nella Trapani-Francoforte, non FRA che è il principale della città ma Hahn a 120 km dal centro città, sale a 4 euro, nella Trapani-Karlsruhe/Baden Baden.

Cifre molto basse se comunque li calcoliamo su una media di posti di un 737, circa 189, quindi stiamo parlando di perdite minime di 189 o 400 euro a volo, che ovviamente per un società privata, non giustificano l’operativo, ma possono essere compensate da un minimo contributo statale, che però dovrebbe essere garantito a tutti i vettori che decidono di volare sull’aeroporto Trapanese.

Questo argomento come altri che più volte ho discusso, danno ulteriori motivazioni perchè al più presto venga ridiscusso e attuato un piano nazionale dei trasporti, che garantisca investimenti statali in infrastrutture, e sussidi mirati e pienamente giustificabili, per ristabilire un equilibrio tra gli scali Italiani e riorganizzare il trasporto su rotaia.

In particolare per l’AV (Alta Velocità), grazie alla quale alcuni aeroporti minori potrebbero essere tranquillamente chiusi, garantendo però un collegamento veloce ed un servizio più efficiente anche a chi non deve prendere un aero.

Poi c’è un altro argomento che sarà interessante affrontare, i contributi per la continuità territoriale che attualmente saranno dati ad Alitalia perchè si è aggiudicata la gara, hanno realmente senso di esistere ancora ?

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