Warren Edward Buffett Norwegian

Buffett si ritira dai vettori USA e Norwegian vola

  • 4 anni fa
  • 4minuti

Warren Buffett è considerato il più grande value investor* di sempre, nel 2008, secondo la rivista Forbes, è stato soprannominato “l’oracolo di Omaha”, per la sua sorprendente abilità negli investimenti finanziari e nel predire guadagni ed eventuali, seppur limitate, perdite.

Questo fine settimana nella sua conferenza telematica con gli investitori della sua società Berkshire Hathaway ha commentato”Ci piace l’industria, ma il mondo sta cambiando”.

Nel farlo, ricordando la sua passione per l’aviazione, stava ritirando la sua scommessa sulle compagnie aeree. “Normalmente non l’avrei contato, ma penso che, in questa situazione, avrei dovuto chiarirlo”, ha spiegato, annunciando che aveva venduto le sue azioni in American Airlines, Delta e United Continental Holdings. “Ci piace l’industria, ma il mondo sta cambiando, e non so quanto possa cambiare di più, se gli americani cambieranno le loro abitudini a causa di un possibile arresto parziale dell’economia per un lungo periodo di tempo.” American Airlines perde l’8% sul mercato azionario, insieme a Delta (-8%) e United Continental Holdings (7,9%).

Mentre in Europa l’unico vettore che guadagna in borsa è Norwegian, dopo aver con successo ottenuto l’approvazione dei suoi obbligazionisti per il piano di ricapitalizzazione, lunedì è salita del 10,64%.

Il resto delle compagnie aeree europee molto male, con IAG che ha perso l’8% sull’Ibex 35 (che ha anche subito una brutta giornata cadendo del 3,6%). Iberia e Vueling hanno avevano annunciato venerdì due prestiti sindacati.

Le altre: easyJet perde il 7,22%, mentre AirFrance e KLM il 7,5% circa ciascuno, Ryanair 4,7% e Lufthansa 2,97%.

Non è stato facile, solo la scorsa settimana sembrava che tutto stesse naufragando, nonostante l’assist del governo svedese con la nuova legge.

Norwegian ha ricevuto il sostegno congiunto del 76% degli obbligazionisti alla proposta di conversione del debito in capitale fino a 1.200 milioni di dollari (1.100 milioni di euro), nelle riunioni tenute dagli obbligazionisti che si sono concluse il 1 maggio.

Secondo una comunicazione inviata dalla società alla Borsa di Oslo, la proposta fatta agli obbligazionisti “ha ricevuto un solido sostegno” in tutte e quattro le emissioni obbligazionarie.

Pertanto, nelle emissioni obbligazionarie NAS08, NAS09 e nell’OdC, è stato ricevuto il voto positivo rispettivamente dell’89%, 98% e 85%.

Il piano della compagnia aerea prevedeva la conversione del 60% del debito in azioni rispetto alle emissioni obbligazionarie NAS07 e NAS08; 85% del debito in capitale rispetto alle obbligazioni convertibili e una soglia minima di concessione da parte dei locatori di 500 milioni di dollari (461 milioni di euro). Dopo la conversione del debito in azioni, ma prima dell’aumento di capitale proposto di 400 milioni di NOK (34,8 milioni di €), gli attuali azionisti manterranno il 5,2% del capitale sociale della società.

Ma la strada per Norwegian è ancora lunga per tornare ad essere il grande vettore che era prima della crisi, il piano di ristrutturazione dovrà proseguire, e un impegno ancora importante per tornare alla reddittività la aspetta nei prossimi anni, ma ora potrà farcela.


* Il value investing è una tecnica d’investimento che deriva dalle idee su investimento e speculazione che Benjamin Graham e David Dodd iniziarono a insegnare alla Columbia Business School nel 1928 e in seguito svilupparono nel loro testo Security analysis (prima ed. 1934). Sebbene il value investing abbia preso varie forme esso si basa fondamentalmente sull’acquisto di titoli al di sotto del loro valore intrinseco. Lo sconto rispetto al prezzo di mercato costituisce quello che Graham chiama “margine di sicurezza“. Il value investing ha dimostrato di essere una tecnica di investimento di successo. Numerosi studi accademici dimostrano che l’acquisto di azioni a prezzo basso (anche usando solo semplici parametri come il prezzo/utili o il prezzo / book value) nel lungo periodo supera i risultati delle azioni growth e del mercato nel suo complesso.

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