Delta

i piloti Delta preoccupati della Joint venture transatlantica

  • 5 anni fa
  • 4minuti

I piloti di Delta Air Lines hanno scritto al Dipartimento dei trasporti (DoT) americano esprimendo preoccupazione per le joint venture transatlantiche, sostenendo che una quota eccessiva di voli è stata assegnata a vettori non USA.

Secondo i piloti, tale scelta è stata effettuata in quanto i costi dei vettori non USA sono inferiori, l’intento della lettera inviata il 16 agosto è una revisione delle quote più equa per i vettori USA.

Le compagnie americane, Delta compresa non sono nuove a battaglie verso vettori non USA che effettuano voli da e verso gli Stati Uniti, vedi ad esempio Air Italy.

L’oggetto della questione è principalmente Virgin Atlantic, che fa parte della Joint Venture insieme anche a Air France, ma è proprio Virgin ad essere cresciuta notevolmente dal 2013 ad oggi, quasi il 33%.

L’ingresso di Virgin era stato accolto positivamente, in quanto la prospettiva annunciata era per Delta e gli USA un aumento di posti di lavoro ed opportunità per i lavoratori americani, ma non è stato così, a distanza di 6 anni secondo i piloti, ad averci guadagnato è stata solo Virgin e il Regno Unito.

Le rotte verso gli Stati Uniti erano e rimangono le più redditizie al mondo, il Consiglio esecutivo generale di Delta (MEC) dell’Air Line Pilots Association ha inviato una lettera alle autorità di regolamentazione chiedendo un ulteriore controllo della joint venture.

Nella comunicazione, accusano Delta di “arbitraggio del lavoro”, affermando che stanno usando manodopera straniera più economica per accrescere la presenza transatlantica, riducendo le opportunità per i piloti Delta di percorrere le rotte.

Il commento del MEC alla lettera è il seguente:

Nel 2013, il Delta MEC ha espresso un forte sostegno alla joint venture Delta-Virgin sulla base del fatto che avrebbe prodotto nuove opportunità di volo per Delta e i suoi dipendenti,  in tal modo avrebbe aumentato e migliorato le opportunità di lavoro e carriera negli Stati Uniti, attraverso l’offerta di servizi ampliata tra gli Stati Uniti e il Regno Unito.

Quasi sei anni dopo, la promessa crescita dei servizi USA-Regno Unito è passata quasi esclusivamente a Virgin e le promesse opportunità di lavoro e carriera negli Stati Uniti basate sull’espansione operativa di Delta in quel mercato non si sono concretizzate. In effetti, il volo operato da Delta nel critico mercato di New York-Londra è effettivamente diminuito da quando è entrato in vigore l’articolazione Delta-Virgin.

Questo uso del meccanismo JV per esternalizzare efficacemente il volo Delta verso un vettore straniero i cui equipaggi di volo lavorano con salari e regole di lavoro sostanzialmente meno favorevoli è fondamentalmente incompatibile con gli obiettivi di interesse pubblico del Dipartimento di rafforzare la posizione competitiva dei vettori aerei statunitensi rispetto al trasporto aereo estero vettori e incoraggiando salari equi e condizioni di lavoro “.

I Piloti non vogliono che la Joint Ventura venga cancellata, richiedono solo che venga garantita la crescita anche di Delta su quelle tratte e hanno chiesto al DoT di “valutare l’impatto [della joint venture] sui posti di lavoro nel settore dell’aviazione degli Stati Uniti e l’equilibrio tra opportunità di volo e crescita generate”.

La joint venture

Una joint venture rappresenta la partnership più profonda che si può creare tra vettori aerei, molto più forte di un Code-sharing e spesso può comportare una quota di compartecipazione alle entrate tra le compagnie aeree.

Per le partnership, ciò significa che Delta e Virgin, insieme ad Air France-KLM, si coordinano su prezzi e orari, i partner agiscono essenzialmente come un’unica compagnia aerea, integrandosi anziché competere tra loro.

In questo ultimo anno poi, Delta insieme a Air France e KLM stanno lavorando per creare una Joint venture solo tra di loro ed è stato anche un punto molto criticato e che ha allarmato il governo italiano e FS, nel piano industriale della nuova Alitalia, di cui Delta farà parte, ovvero l’esclusione di Alitalia dal progetto transatlantico.

Rispondi