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Una crisi rapida, improvvisa di fronte alla burocrazia italiana

Il settore aereo si trova a vivere il momento più complesso della sua storia come ben evidenziato dai dati di Assaeroporti appena pubblicati.

L’analisi evidenzia la caduta di traffico a livelli precedenti alla liberalizzazione europea, completata il primo aprile del 1997, con un complessivo di traffico di circa 40 milioni di passeggeri nel 2020.

Il dato è rilevante anche perché di fronte a una crisi del genere, tutto il settore aereo è andato in fortissima difficoltà e i prossimi mesi rischiano di essere altrettanto complessi.

L’urgenza con la quale hanno agito i Governi, ha visto in diversi paesi riuscire a supportare il settore nella sua interezza. Il caso della Germania forse è quello che meglio mostra le scelte del Governo, sapendo che la connettività del paese non passa tramite solo una compagnia aerea, ma anche con l’intervento verso gli operatori del sistema aeroportuale.

Trasporto aereo in Italia (passeggeri – in milioni)

In Italia, si può dire che l’intervento sia intervenuto in tre fasi: una prima fase con l’aiuto ad Alitalia (già nel decreto marzo), una seconda fase con l’aiuto alle compagnie aeree con COA italiano (decreto rilancio) e infine l’aiuto ad aeroporti ed handler (legge di bilancio).

Gli aiuti del Governo italiano purtroppo non sono stati così rapidi. Solamente quelli ad Alitalia sono stati approvati ed effettivamente “dispensati” dopo la notifica alla Commissione Europea da parte di MISE e MEF.

Senza entrare nel merito, una terza notifica era ancora aspettata dalla Commissione Europea circa ulteriori aiuti, che potrebbero essere anche aumentati di ulteriori 200 milioni di euro.

Un punto, tuttavia, è essenziale da considerare. La crisi è stata improvvisa e rapidissima, dato che nel giro di un mese si è azzerato il traffico, e anche a novembre, con l’arrivo della seconda ondata, il traffico aereo è caduto nuovamente a livelli bassissimi.

Anche laddove sono state prese misure per il supporto alle perdite Covid19, si è evidenziato la lentezza da parte della “macchina amministrativa” italiana nel suo intervento.

Il dato chiave è la procedura troppo lenta all’interno dei ministeri e soprattutto nell’intesa tra i diversi Ministeri. Lo abbiamo visto anche nel settore ferroviario, dove aiuti del decreto rilancio devono ancora essere dati alle imprese.

La procedura di decisione tra i diversi ministeri dovrebbe essere snellita, anche perché vi sono poi i tempi tecnici della DG Competition della Commissione Europea, che non sono “modificabili” da parte dell’Italia.

La crisi purtroppo non ha i tempi della burocrazia e sarà necessario spingere verso un’accelerazione dei processi di decisione sugli aiuti legati al covid19 e non solo.

Il settore aereo ha visto in poco più di venti anni il numero di passeggeri triplicare, grazie all’entrata di nuovi operatori in competizione e un sistema che ha visto grandi investimenti in infrastrutture.

Essere tornati indietro di oltre venti anni in termini di traffico è qualcosa di impossibile da sostenere a lungo e per tale ragione, gli aiuti sono necessari per avere alla fine del 2021 ancora un sistema aereo funzionante.

La lentezza della burocrazia tuttavia rischia di essere mortale per tutti gli operatori e per tale ragione, anche in assenza di un Governo, è necessario agire con urgenza per l’attuazione di tali aiuti. 

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