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easyJet FY2020: liquidità, ricavi e costi

  • 3 anni fa
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L’aspetto della liquidità rappresenta uno degli elementi fondamentali nell’analisi di un bilancio. Nel caso di specie, dall’inizio della pandemia ad oggi abbiamo sentito parlare di cash burn (rate), cioè della percentuale (rate) con cui le disponibilità liquide (cash) si “consumano” (burn). 

easyJet totalizzava un cash burn di £ 774 milioni durante il Q3, ridotto a £ 651 milioni durante l’ultimo trimestre (luglio-agosto-settembre), tenendo a mente che l’anno fiscale si considera dal 1° ottobre al 30 settembre successivo. 

Ritornando alla situazione finanziaria, la compagnia sottolinea che – durante la pandemia – è stata iniettata liquidità aggiuntiva (circa £ 2.4 miliardi) sino a raggiungere il livello di £ 3.1 miliardi, così ripartiti: £ 400 milioni utilizzando una linea di credito già esistente (pre-Covid), £ 400 milioni attraverso la sottoscrizione di due prestiti bancari, £ 600 milioni derivanti dal governo UK in tema di sostegno all’economia, £ 1.3 miliardi attraverso operazioni di vendite e lease-back e infine £ 409 milioni attraverso l’emissione di nuovo capitale di rischio.

Quick ratio

Approfondendo nel dettaglio l’aspetto della liquidità, analizziamo uno degli indici maggiormente indicativi della situazione finanziaria, il quick ratio, dato dal rapporto tra la sommatoria delle liquidità immediate e differite (numeratore) e il totale delle passività correnti (a breve termine, entro i 12 mesi), quindi non consideriamo il magazzino.

Come riporta Morningstar, il quick ratio di easyJet è sempre stato al di sotto di 1 (0,64 nel 2015, 0,74 nel 2016, 0,96 nel 2017, 0,86 nel 2018 e 0,73 nel 2019). Valori al di sotto dell’unità denotano una situazione finanziaria non propriamente stabile nel breve periodo, essendo un indice che – in termini minimalistici – deve essere pari a 1 o addirittura superiori. L’incapacità di raggiungere il valore di 1 non permette alla compagnia di essere in grado di ripagare i propri debiti a breve termine, utilizzando le proprie disponibilità liquide (escludendo il valore del magazzino) e quindi, dovrà ricorrere necessariamente all’indebitamento (sotto varie forme). 

Net cash (used)/generated from operating activities

Analizzando il prospetto del flusso di cassa (Statement of Cash Flow), il “Net cash (used)/generated from operating activities”, ovvero il flusso di cassa netto da attività operative, il quale misura la capacità dell’azienda di (utilizzare)/generare denaro attraverso la propria attività caratteristica, è profondamente negativo nel dato 2020, pari a –762 milioni di sterline, rispetto al dato 2019, positivo di +761 milioni di sterline, questo dato tendenzialmente deve assumere valori positivi per poter parlare di una azienda in buona salute.

Un valore negativo di questo dato dimostra un’incapacità dell’azienda di generare denaro abbastanza velocemente.

Osservando con maggiore attenzione i dati di bilancio, si tratta di un valore di per sé anomalo. Nel dettaglio, alla “Notes 10” del report presentato dagli amministratori, si rinviene che la “negatività” di tale valore è dipesa quasi prevalentemente dal decremento degli “unearned revenue”, cioè di quei ricavi generati senza eseguire la controprestazione, in virtù dei rimborsi che la compagnia ha dovuto effettuare nei confronti della clientela per i voli cancellati dalla pandemia.

Tuttavia, il valore negativo del flusso di cassa da attività operative è frutto anche di una perdita operativa di £ 899 milioni, rispetto ad un utile operativo di £ 466 milioni nel 2019.

Net cash generated from financing activities

L’ultimo dato del rendiconto finanziario, invece, si riferisce al “Net cash generated from financing activities”, cioè il flusso di cassa generato da attività di finanziamento e misura l’ammontare dei flussi monetari utilizzati per finanziarie l’attività della società. Ricollegandoci al dato di cui sopra, in merito ai finanziamenti ricevuti dalla compagnia, nella Notes 8, si possono individuare i prestiti derivanti dalle linee di credito già esistenti e dei fondi ricevuti dal governo del Regno Unito a supporto delle imprese colpite dalla crisi economica, da pagare in due tranche da £ 300 milioni l’una entro il 31 marzo 2021 e 31 marzo 2022. Inoltre, nell’ordine del lungo periodo (non-current), si rinvengono gli “Eurobonds” per un valore di circa £ 1,4 miliardi e prestiti bancari per £ 300 milioni. 

Conto economico

Quanto all’analisi del conto economico, easyJet riporta una perdita complessiva di £ 1,2 miliardi rispetto al profitto di £ 420 milioni nello stesso periodo nello scorso anno.

La determinazione di questo risultato economico di esercizio è indubbiamente influenzata dalla pandemia e delle restrizioni applicate dai vari governi in ottica di contenimento del contagio. Adesso, però, analizziamo nello specifico ricavi e costi. 

Ricavi e Costi

Per quanto concerne i ricavi, il gruppo chiude al 30 settembre 2020 con £ 3 miliardi, più del 50% in meno rispetto al dato 2019. Il dato risente dei “soli” 48 milioni di passeggeri trasportati in confronto ai 96 milioni del 2019 ed anche della conseguente riduzione dell’Airline revenue per seat (£) di circa 6 sterline. I ricavi accessori (ancillary), in aggiunta, sono diminuiti del 48,7% a £ 706 milioni (2019: 1.376 milioni di sterline), che riflette la riduzione dei volumi di passeggeri durante la seconda metà dell’anno.

Quanto ai costi, la compagnia sottolinea un’importante e decisa attenzione nei confronti del contenimento dei costi, qualificandosi come una delle aziende leader nel settore in tale ambito. I costi (escludendo quelli per il carburante, i quali sono contemplati nei valori dei “derivatives and financial instruments”) calano del 30,8% rispetto al 2019 grazie ad una gestione più efficiente dell’attività operativa e della flessibilità stessa della struttura in ambito crew, costi di manutenzione e fees di concessione agli aeroporti. 

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