Alitalia

Cara Paola, su Alitalia dobbiamo fare un discorsetto

  • 4 anni fa
  • 5minuti

Vorrei aprire con voi un dibattito sulle ultime dichiarazione della ministra dei trasporti Paola De Micheli al Meeting di Rimini, su Alitalia.

La ministra, ha ribadito e ovviamente difeso, il piano messo in campo dal Governo di cui lei ne fa parte, che ha scelto di salvare direttamente Alitalia, affidando la Newco a Fabio Lazzerini, al lavoro per la stesura del piano industriale.

Un governo che, come tanti altri in passato, in questi ultimi 15 anni, in cui sono stati immessi e persi in Alitalia miliardi su miliardi di euro, senza alcun beneficio, per la stessa Alitalia e per L’Italia, ha deciso di affidargli ulteriori 3 miliardi.

Anni in cui Alitalia e i governi in Italia, hanno lasciato sempre più spazio alle low cost, che sono ora il vero motore del paese, la vera e strategica infrastruttura nazionale per far viaggiare gli italiani e i turisti verso l’Italia, i numeri parlano chiaro, di questi poco meno dell’8% sono arrivati in Italia con Alitalia.

In questi anni, se gli italiani hanno potuto viaggiare da nord al sud dell’Italia non devono ringraziare Alitalia, ma le compagnie low cost che si sono sostituite ad Alitalia, anche per servire le rotte domestiche lasciate libere dalla nostra “compagnia di bandiera”, una su tutte, perchè è quella che mi tocca di più, la molto redditizia Venezia – Napoli.

Certo Alitalia non ha una struttura dei costi in grado di competere con le low cost, nessun governo in questi anni ha mai avuto il coraggio di intervenire, su stipendi, personale e costi, per riorganizzare profondamente la compagnia e renderla in grado di essere competitiva con i suoi diretti concorrenti nel mercato da dove pesca i suoi passeggeri, e anche se qualcuno si innervosisce quando lo dico, tra questi vi sono anche e soprattutto le low cost.

Io mi auguro che questa volta, gli oltre 3 miliardi di euro possano davvero aprire la strada per una nuova Alitalia, in grado di competere e sostenersi da sola, con un taglio netto col passato, certo ci sono oltre 6000 esuberi sul piatto, ma per la sopravvivenza di Alitalia, il personale che verrà assorbito dovrà essere solo quello strettamente necessario per il piano di crescita che Fabio è tenuto a scrivere e a portare avanti.

Un economia di scala è necessaria, così come un nuovo modello di compagnia e anche se non mi piace dirlo, si dovrà passare anche sul personale, senza dimenticare, i bonus, i privilegi e l’intera catena dei costi e della manutenzione, per un Alitalia snella, non al servizio di pochi eletti, ma degli italiani, della nostra economia, del nostro turismo, del nostro paese.

Servirà un partner industriale forte, lo ha detto anche Paola, che non dovrà metterci in un angolo, ma darci il giusto spazio e Lufthansa sembra tornare in gioco , nei giorni scorsi a Roma Carsten Spohr CEO di Lufthansa, ha incontrato Fabio Lazzerini.

Lufthansa vorrebbe Alitalia in Star Alliance, un iniziale accordo commerciale che successivamente potrebbe trasformarsi in una partecipazione azionaria importante del vettore tedesco in Alitalia.

L’alleanza con Lufthansa da più parti viene vista come ottimale per Alitalia, non solo per la possibilità di un ingresso di LH come azionista, ma anche per il network di Alitalia che non si sovrappone a quello di Lufthansa, in particolare per il lungo raggio, ma e’ invece complementare.

Paola De Micheli nel corso del Meeting ha messo in chiaro che la principale vocazione della compagnia ristrutturata sarà strettamente legata al turismo di casa nostra, grazie a una impronta decisamente votata al potenziamento dei collegamenti internazionali (grazie appunto anche alle alleanze), “Alitalia avrà il ruolo chiave di riuscire a portare in Italia un numero di turisti mai raggiunto prima. Il tutto aprendo anche nuovi mercati dalle potenzialità molto alte.” ha precisato il ministro.

Beh per far questo caro ministro, intanto bisogna riconoscere i meriti delle low-cost per averlo fatto ormai da diversi anni e recuperare quel minuscolo 8% non sarà facile e non dovrà in nessun modo essere ostacolata la libera concorrenza, nessun vettore dovrà essere danneggiato per proteggere Alitalia, piuttosto Alitalia dovrà contribuire insieme alle low cost a incrementare la capacità di posti in Italia e da e verso L’Italia, con tariffe accessibili.

Se non si riuscirà a costruire una nuova Alitalia in grado di farlo è molto meglio che si lasci perdere, perchè L’Italia non rimarrà soggetta a nessuno, non dovrà chiedere aiuto a nessuno, non dovremo chiedere la carità, il nostro paese è uno dei più amati tesori al mondo, è L’Italia, la nostra cultura, le nostre bellezze, le nostre ricchezze a richiamare milioni di turisti ogni anno, un mercato che si alimenta da solo, un mercato in cui Alitala non è strategica e potrebbe non esserlo neanche in futuro.

Per quanto riguarda le regole, queste sono necessarie, è necessario riordinare la normativa, ascoltando tutti, che rispecchi la realtà, i diversi modelli di business, la necessità di assicurare al nostro paese connettività, agli italiani di poter continuare a volare e al giusto prezzo.

Il trasporto aereo non deve e non può tornare, un qualcosa per pochi eletti che potranno permetterselo.

I diritti dei lavoratori, dovranno essere tutelati, con la dovuta attenzione a tutti i diversi fattori, senza la testardaggine di proteggere diritti acquisiti, ma semplicemente pagare il giusto compenso a tutte le risorse del settore.

Per farlo non è necessariamente necessario stabilire un minimo contrattuale, un salario minimo che il nostro paese a differenza di altri si è sempre rifiutato di inserire nella normativa sul lavoro.

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