Volotea

Muñoz, per aver successo è necessario anche sbagliare.

  • 4 anni fa
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Sergio Muñoz, presidente e fondatore di Volotea, che ho avuto occasione di conoscere lo scorso settembre a Napoli e Venezia, in un intervista ad un giornale spagnolo, racconta la sua Volotea.

Volotea, ​ha fatturato 440 milioni nel 2019, l’11% in più rispetto all’anno precedente, e trasportato 7,7 milioni di passeggeri distribuiti sulle 350 rotte operate.

A luglio del 2019 ha anche superato i 25 milioni di passeggeri trasportati dal suo primo volo nel 2012 dalla sua prima base, l’aeroporto di Venezia.

Quest’anno prevediamo di raggiungere 500 milioni di entrate e raggiungere tra 8,5 e 9 milioni di passeggeri“, afferma Muñoz.

In borsa nel 2022 o nel 2023

E’ arrivato il momento di entrare in borsa ? “Il mercato dei capitali è molto capriccioso”, spiega Muñoz. “Tutto arriverà.” continua nell’intervista al quotidiano La Vanguardia.

Nel 2018 il primo tentativo, interrotto quando la compagnia ha sostituito alcuni fondi nel capitale con altri nel giugno dello stesso anno, per soddisfare coloro che volevano vendere in quel momento.

Adesso è tempo di aspettare. “Dobbiamo continuare a crescere e aumentare il valore per incontrare i nuovi partner, ed è normale che ci impieghino cinque anni, ma potrebbe essere inferiore.”

Volotea è un vettore del tutto particolare, diversa da molte altre, con un suo modello di business, in continua evoluzione, ma che ha ornai raggiunto una certa stabilità, Muñoz vuole essere un leader nella sua nicchia di mercato e, ovviamente fare profitti:

Abbiamo una lunga strada da percorrere, per innovare e avere successo, è essenziale fallire molto e imparare“.

Ed infatti i numeri parlano da sole, delle 89 rotte attivate nel primo anno di attività, 40 sono state chiuse quasi subito, ancora oggi la compagnia aerea chiude più del 10% delle rotte che apre ogni anno a causa della concorrenza, della mancanza di domanda o di qualsiasi altro motivo che non rendono la rotta all’altezza delle aspettative.

Nel caso di Volotea, la chiave è soddisfare il cliente che viaggia per svago, la clientela business non è il core business del vettore.

Muñoz illustra il potenziale delle ancillary illustrando alcuni dati, il costo medio del biglietto di 36 euro: “La metà delle persone che volano con noi paga questo e nient’altro; l’altra metà acquista extra come la flessibilità, i bagagli e altri, che ci danno in media altri 20 euro “.

Con queste entrate e la gestione efficiente della flotta e di tutti i costi operativi e del personale, Volotea sta crescendo ed aumentando i profitti, rinnovando la flotta che entro il 2022 sarà interamente formata da aeromobili Airbus A319. dal 2019 Volotea opera anche il servizio Airbus Shutlle tra gli aeroporti di Amburgo e Tolosa, le due sedi principali di Airbus in Germania e Francia.

Nel 2020 due nuove basi, a Lione e Napoli e ha anche ottenuto parte degli slot di Aigle Azur dalla Francia per l’Algeria.

Vendere Volotea ? “Non creo aziende per venderle“, afferma Muñoz in velata allusione a Vueling, compagnia che fondò e poi vendette al gruppo IAG.

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