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Michael O’Leary: “Non c’è abbastanza olio da cucina…”

  • 7 mesi fa
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Michael O’Leary: “Non c’è abbastanza olio da cucina nel mondo per alimentare un giorno di aviazione green”.

Michael ha fatto notare che il SAF non basta per de-carbonizzare il settore, si dovrà intervenire anche sulla gestione dello spazio aereo: “se si riuscisse a eliminare i ritardi ATC e le rotte inefficienti, si ridurrebbe il consumo di carburante di un altro 20-25%“, ha ragione a farlo notare, è fondamentale per rendere ancora più green l’aviazione, non portare avanti solo propaganda, argomenti che hanno un effetto mediatico maggiore, ogni aspetto deve essere analizzato per raggiungere l’obbiettivo net-ZERO e bisogna guardare anche ai trasporti su gomma e acqua, che sono responsabili maggiormente dell’inquinamento.

Giusto far notare che la materia prima sostenibile per produrre SAF non è solo olio da cucina esausto, si può produrre con altre materia prime di scarto, con altri sistemi, ma aldilà della sua provocazione e della sua ironia pungente, per cui, oltre alla sua grandissima esperienza indiscutibile, è noto, ha ricordato che l’industria deve essere aiutata per aumentare la produzione di SAF, i governi devono farlo.

Contemporaneamente devono intervenire per rendere più pulito anche il trasporto su gomma, giustamente fa notare che non si può puntare il dito sull’aviazione, quando la principale fonte di inquinamento al mondo è l’automobile, i bus, i camion, i trasporti su strada e via mare.

Michael è preoccupato per gli impatti del cambiamento climatico. Intervistato dal GuardianEssendo uno dei più grandi agricoltori d’Irlanda, quest’anno abbiamo avuto un’estate molto brutta, quindi sì. Guarda, in generale sono un sostenitore del fatto che la tecnologia e l’ingegno umano supereranno le preoccupazioni sul cambiamento climatico. Penso che dobbiamo decarbonizzare e non ho assolutamente dubbi che non lo faremo perché tassiamo di più le persone“.

Nessuna preoccupazione per il settore dell’aviazione, le persone “non smetteranno assolutamente” di volare a causa delle preoccupazioni per il cambiamento climatico. Mi sento sempre un po’ offeso dal fatto che le compagnie aeree siano l’emblema del cambiamento climatico, quando le compagnie aeree sono responsabili del 2% delle emissioni di CO2. Il trasporto marittimo rappresenta il 5%, ma nessuno pubblica mai una foto di una barca che esce da un porto e dice: ‘Ecco qua: il mondo si sta riscaldando'”.