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Ryanair all’attacco del governo italiano

  • 8 mesi fa
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Ryanair continua a spingere sul governo italiano e sul Ministero delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso per ritirare il decreto considerato dal vettore “illegale sul controllo dei prezzi” ed aggiunge “di cui né lui né il suo Ministero sono in grado di spiegare il funzionamento“.

Il decreto viola secondo Ryanair il Regolamento UE 1008/2008 sui servizi aerei, che garantisce a tutte le compagnie aeree dell’UE la libertà di fissare i prezzi, nello specifico Ryanair si appella all’ Articolo 22 – Libertà in materia di tariffe: “I vettori aerei comunitari e, per reciprocità, i vettori aerei dei paesi terzi fissano liberamente le tariffe aeree passeggeri e merci per i servizi aerei intracomunitari, fatto salvo quanto disposto all’articolo 16, paragrafo 1“, quest’ultimo è l’articolo che norma gli oneri di servizio pubblico, ovvero le rotte in continuità territoriale.

Il CEO di Ryanair, Michael O’Leary, ha dichiarato:“Il Ministro Urso ieri ha affermato che l’Italia è un “Paese sovrano”. Tuttavia, la prova della sovranità di un Paese è il rispetto degli accordi internazionali. Il Ministro Urso deve ora ritirare il decreto illegale sul controllo dei prezzi e confermare che l’Italia continuerà a rispettare il diritto dell’UE, che garantisce a tutte le compagnie aeree, sia italiane che straniere, la libertà di fissare i prezzi – senza interferenze politiche – per far crescere il traffico nazionale verso le isole di Sicilia e Sardegna.

Non a caso Michael cita Sicilia e Sardegna, perché sono proprio le destinazioni verso gli aeroporti di queste due regioni, ad essere da sempre, oggetto di prezzi elevati durante il picco delle vacanze estive, i ponti e le festività.

Il governo italiano vorrebbe imporre un tetto alle tariffe, in base a criteri che nessuno comprende, a dati che nessuno conosce, cercando di normare in poco tempo, una materia super complessa, mettendo sullo stesso piano Sicilia e Sardegna, ma tra le due isole ci sono enormi differenze.

Gli aeroporti della Sicilia non soffrono di mancanza di collegamenti o domanda, non necessitano se non nel caso limite di Comiso di incentivi o rotte su cui devono essere applicati “oneri di servizio pubblico”, vien da se’ quindi che se non interviene la Commissione di vigilanza sui prezzi e sulla concorrenza, il governo sta deliberatamente normando una materia, andando contro un regolamento UE.

Vien da sé quindi, che non possiamo vietare ai vettori aerei di operare in un libero mercato, di decidere le tariffe, non possiamo sovvenzionare con fondi pubblici le tratte, per garantire a chi si decide di partire all’ultimo minuto di pagare un prezzo simile a chi ha programmato per tempo le proprie vacanze, il governo non può e non deve ascoltare senza nessun filtro, di decenza e obbiettività, le richieste dell’opinione pubblica, i gossip di stampa, i post su Facebook.

Il governo ed il ministero competente, devono avviare invece un procedimento di indagine approfondita, in cui dopo i giusti tempi venga redatta una relazione obbiettiva, con dati attendibili e la collaborazione di tutti i vettori, ai quali deve essere garantita la possibilità di marginare ma non a spese del passeggero, deve essere trovato quindi un equilibrio.

Il Garante per la sorveglianza dei prezzi, che fa capo alla Direzione generale per il mercato, la concorrenza, la tutela del consumatore e la normativa tecnica, del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, deve fare la sua parte, come lo fa in altri mercati liberi.

Solo allora si potrà iniziare a pensare alle giuste norme, ai giusti regolamenti, per regolamentare un mercato che, è inutile negarlo e chi lo fa mente, è un far west.

Michael O’Leary ha concluso il comunicato, affermando che: “Il Ministro Urso dovrebbe ora dimostrare che l’Italia rispetta il diritto internazionale e ritirare il suo decreto illegale ed inattuabile sul controllo dei prezzi”.

Regolamento UE 1008/2008

CELEX_32008R1008_IT_TXT