BER Brandeburgo Willy Brandt

Ryanair taglia il 40% dell’operativo a Berlino

  • 2 anni fa
  • 3minuti

Ryanair ha annunciato un taglio del 40% dell’operativo invernale da/per l’aeroporto di Berlino BER, in cui occupa il terminal T2, la motivazione secondo la compagnia, non solo le tasse aeroportuali.

Può sembrare un avvertimento, dobbiamo essere onesti conoscendo il vettore non sarebbe la prima volta, un portavoce dell’aeroporto di Berlino ha sottolineato come i costi e le tariffe fossero state decise ben prima dell’apertura del nuovo aeroporto di Berlino BER.

Nel frattempo anche easyJet ha già annunciato un ulteriore taglio della sua base a Berlino, entrambi i vettori lasciano spazio a Eurowings ed al gruppo Lufthansa che sta crescendo a Berlino, lo scorso anno Eurowings ha aperto una base proprio al Brandeburgo.

Flughafen Berlin Brandenburg BER, Terminal 2

Tornando ai costi, sicuramente attualmente non esistendo più lo scalo low cost di Schonefield, che in un futuro piano di espansione del BER dovrebbe diventare il T5, i costi sono aumentati per i vettori, essendo il BER l’unico aeroporto di Berlino, completamente nuovo e con dei costi di gestione elevati anche per la società di gestione, anche se Ryanair attualmente opera tutti i suoi voli dal T2 (low cost) dell’aeroporto di Berlino.

Commentando la decisione il CEO del Gruppo Ryanair, Michael O’Leary, ha osservato: “In qualità di più grande compagnia aerea d’Europa, Ryanair si rammarica di annunciare questo programma ridotto per l’inverno 22 di Berlino con il 40% in meno di voli settimanali rispetto al W19 a causa dell’aumento delle tasse aeroportuali … Come risultato di questi aumenti dei costi aeroportuali anti-consumatori e dei pesanti sussidi da parte del governo Lufthansa, drogata di sovvenzioni da “campione nazionale”, il traffico aereo tedesco è crollato del 28% quest’estate, rendendo la Germania il mercato più lento a riprendersi in Europa”.

Michael ha aggiunto un elemento che però è importante anche per giustificare in parte la decisione di Ryanair: “il traffico aereo tedesco è crollato del 28% quest’estate, rendendo la Germania il mercato più lento a riprendersi in Europa”, in questi casi, dopo accurate previsioni e analisi dell’andamento del traffico negli altri paesi, anche in base all’andamento delle prenotazioni, i vettori più efficienti tendono a spostare aeromobili e capacità in aeroporti che promettono non solo un margine maggiore ma ovviamente anche maggiore domanda ed una crescita promettente.

Riprendendo l’argomento tariffe aeroportuali e tasse governative, rispondendo ai commenti di O’Leary, un portavoce dell’aeroporto di Berlino ha detto a Simple Flying: “Le tariffe dell’aeroporto BER sono state fissate molto prima dell’apertura in accordo con i nostri clienti. Non abbiamo aumentato alcuna commissione dall’apertura dell’aeroporto per la regione della capitale tedesca. Quando le compagnie aeree valutano i costi di una località, prendono tutto i costi in considerazione. Le tasse aeroportuali sono un fattore minore in questo calcolo. Le tariffe e le tasse governative come la tassa per il controllo di sicurezza della polizia federale, ad esempio, hanno un grande impatto sul calcolo. I costi complessivi in ​​Germania sono più alti che in altri Paesi europei. Pertanto, Ryanair sta crescendo all’estero ma non in Germania. Vista l’attuale regolamentazione, l’aeroporto BER non è autorizzato a ridurre le tariffe”.

A questo punto se inizialmente ed ancora ora non possiamo escludere la mossa di Ryanair come un avvertimento, la decisione è in linea con il modello di business di Ryanair, le scelte strategiche degli ultimi anni e l’andamento del traffico negli altri paesi in cui Ryanair ha le sue basi, la questione “costi” è non per ultima un punto cardine per le scelte di Ryanair.