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Manca il personale, la BREXIT diventa la “scusa”, ma…

  • 2 anni fa
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La maggioranza degli inglesi non volevano davvero la BREXIT, tutti in UK e in Europa eravamo consapevoli dei problemi che avrebbe avuto il Regno Unito, in una sorta di auto-isolamento, la dichiarazione del CEO di easyJet che incolpa la BREXIT come uno dei motivi dei problemi di easyJet, anche se ciò che dice è vero (è parte del problema), tutti ci chiediamo se Johan Lundgren e i manager di easyJet vivono nella nostra stessa dimensione o in una parallela, ma non solo loro.

Il governo del Regno Unito nega che la BREXIT ha conseguenze sul personale di molti settori, quando i problemi sono stati da subito evidenti, vi ricordate quando le merci scarseggiavano nei negozi UK, perché i camionisti non erano britannici? Ora le compagnie aeree non riescono a trovare abbastanza personale perché almeno il 40% proveniva dalla UE.

In Italia sono necessari 10 giorni per ottenere le necessarie autorizzazioni per lavorare in aeroporto nel Regno Unito prima erano 28 giorni ora fino a 3 mesi.

Il CEO di easyJet Johan, negando le colpe della compagnia aerea, incolpa altri, inclusa la BREXIT, come se tutto questo che sta accadendo non fosse stato prevedibile, in una sua intervista al The Independent dice: “Il pool di persone è più piccolo, è solo questione di matematica. Abbiamo dovuto rifiutare un numero enorme di cittadini dell’UE a causa della Brexit. Prima della pandemia avremmo rifiutato del 2-2,5% a causa di problemi di nazionalità. Ora è 35-40 %.” Questa è la prova che easyJet era a conoscenza dei numeri e poteva prevedere parte di questo disastro e prevenirlo, invece non lo ha fatto.

Penso non ci sia da aggiungere altro, se non che tutti dovrebbero ammettere di aver commesso degli errori ed il governo britannico ammettere che ci sono dei problemi e mettere da parte l’orgoglio.

Michael, CEO del Gruppo Ryanair, come sempre è stato chiarissimo nell’esprimere la sua opinione sulla BREXIT: “è stata un disastro“. 

Il Regno Unito è parte dell’Europa, lo sarà sempre, anche se siamo molto diversi.