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Il Regno Unito accelera sulla riduzione delle emissioni

  • 3 anni fa
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Il primo ministro Boris Johnson, annuncerà questa settimana nuovi impegni per ridurre in anticipo le emissioni nocive all’ambiente prima del 2050.

I provvedimenti che il primo ministro illustrerà, diventeranno legge, imporranno una riduzione del 78% delle emissioni entro il 2035, quasi 15 anni prima di quanto precedentemente pianificato, per la prima volta nel provvedimento saranno inclusi anche il trasporto aereo e marittimo.

Non mancano le critiche dell’opposizione, i laburisti hanno detto che il governo doveva abbinare “la retorica alla realtà”, esortando il primo ministro a trattare “l’emergenza climatica come l’emergenza che è” e a mostrare “Ciò significa una maggiore ambizione di questo governo e un’azione molto più decisa”.

Il governo ha accettato il consiglio del suo Comitato indipendente sui cambiamenti climatici (CCC) di adottare la riduzione delle emissioni, sui livelli del 1990.

La mossa arriva mentre il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si prepara a organizzare un vertice sul clima da Washington.

Per le famiglie, gli obiettivi del Regno Unito porteranno a più auto elettriche, riscaldamento a basse emissioni di carbonio, elettricità rinnovabile e, per molti, a ridurre la carne e i latticini, come in Italia che ha già avviato da diversi anni incentivi per la coibentazione delle abitazioni e l’uso di impianti di riscaldamento più efficenti con fonti rinnovabili e minori consumi.

Spetterà ora al cancelliere Rishi Sunak illustrare chiaramente come deve essere finanziata la transizione.

Spesso si dice “ogni mondo è paese” ed in effetti anche nel Regno Unito, le contraddizioni sono ben evidenti, il governo ha sospeso il Green Homes Grant, che contiene una serie di incentivi per l’isolamento delle case, non si è mai opposto all’espansione dell’aeroporto di Londra Heathrow ad esempio e sappiamo molto bene quale impatto avrebbe la quarta pista, senza contare l’impegno di 27 miliardi di sterline sulle rete stradale, mentre rimane ancora poco sviluppata quella ferroviaria, con l’alta velocità che è molto meno sviluppata di quella italiana.

Ed Matthew, direttore delle campagne del gruppo di esperti sul clima E3G, ha dichiarato: “La definizione di un obiettivo ambizioso di riduzione delle emissioni aumenterebbe la spinta diplomatica del Regno Unito a persuadere altri paesi a fissare obiettivi ambiziosi. Il Regno Unito ha ora l’opportunità di innescare una rivoluzione industriale verde globale, ma alla fine la sua credibilità dipenderà dall’azione”.

Il rapporto del CCC accettato dal governo afferma che gli investimenti a basse emissioni di carbonio devono aumentare fino a 50 miliardi di sterline all’anno nel Regno Unito. Ma aggiunge che nel tempo il risparmio di carburante grazie a apparecchiature più efficienti annullerà i costi di investimento.

Il CCC ritiene che circa l’1% del PIL – ricchezza nazionale – dovrebbe essere speso per abbandonare i combustibili fossili nell’arco di 30 anni.

Il suo presidente, Lord Deben, ha detto in precedenza: “L’implicazione di questo percorso è chiara: la massima attenzione è richiesta dal governo nei prossimi 10 anni. Se la politica non viene ampliata in tutti i settori, se le imprese non sono incoraggiate a investire, se le persone del Regno Unito non sono impegnate in questa sfida, il Regno Unito non raggiungerà lo zero netto entro il 2050. Gli anni 2020 devono essere progresso e azione “.