Porto di Venezia

PortoVe, bilancio di mandato del commissario Musolino

  • 4 anni fa
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Il commissario straordinario del Porto di Venezia, Pino Musolino, ha presentato questa mattina a Venezia nella sede dell’autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, il bilancio del suo mandato, 3 anni a capo dell’Autorità .

Un mandato con non poche difficoltà, ma anche alcune importanti soddisfazioni, che i numeri del bilancio confermano: “Rispondere del proprio operato è la chiave di volta dell’azione di ogni manager, particolarmente se il ruolo ricoperto è pubblico e ha così tante ricadute ed implicazioni per la vita e l’economia di territori vasti. ” uno dei primi pensieri di Musolino che si possono leggere anche nel bilancio allegato.

Tracciare un bilancio di quattro anni di lavoro non è mai semplice, per l’ovvio motivo che condensare in poche pagine le azioni e le strategie messe in atto in 48 mesi non è possibile, e spesso si rischia di lasciare da parte qualcosa di fondamentale. Si deve però provare a tracciare una sintesi, per dare atto di tutto quello che è stato fatto, impostato, elaborato, e fornire una fotografia di quello che dovrà essere.

I porti di Venezia e Chioggia, si apprestano nei piani dell’autorità portuale a crescere ancora nei prossimi anni, con investimenti non solo sullo scavo dei canali che nei giorni scorsi hanno avuto un nuovo ok, ma anche in tecnologia e in progetti che lo rendano ancora più competitivo a livello nazionale, senza dimenticare il MoSE, che dovrà prevedere una cabina di regia, con una serie di procedure studiate per rendere le operazioni di salvaguardia della laguna e di Venezia del Mose, compatibili con le attività portuali, riducendo al minimo interruzioni, inevitabili nel caso di chiusura delle dighe mobili, di alcune attività portuali a causa dell’impossibilità per le navi di entrare in laguna.

Investimenti in sviluppo e tecnologia come per il progetto Montesyndial , Il nuovo terminal container che sorgerà nell’area ex Montesyndial a Porto Marghera, 82 ettari e 1700 mt di banchina dotato di connessioni ferroviarie e stradali, a aree operative e di semi-lavorazione, possibilità di ormeggio fino a 3 ULCV -12 m di profondità, non solo la semplice movimentazione dei container, ma il progetto punta a realizzare un “Fondaco 4.0” per cogliere le opportunità offerte dalla strategia cinese della Nuova Via della Seta e garantire uno sviluppo porto-centrico dello scalo veneziano. Il progetto si ispira al concetto secondo cui sono il consumo e la produzione ad alimentare il commercio che, a sua volta, sostiene e rafforza la logistica. 

Uno sviluppo che, secondo il Commissario Musolino, passa nel breve periodo anche per un convinto sostegno dei trasporti intermodali su ferro a servizio della manifattura veneta con un necessario coinvolgimento finanziario della Regione e connettendo anche il porto di Chioggia via ferrovia alle aree produttive del Nordest.

Contemporaneamente, andranno ricercati attivamente nuovi accordi commerciali con i principali hub portuali mediterranei per attivare servizi di feederaggio di container, dal momento che si è finalmente giunti ad uno sblocco degli escavi in laguna.

Il terminal LNG* di prossima costruzione andrà inoltre fortemente sostenuto, per rendere il sistema portuale veneto uno tra i primi al mondo per il ricorso ai carburanti transizionali.

È inoltre in fase di svolgimento un progetto della società Rimorchiatori Riuniti Panfido, per la progettazione e realizzazione di una innovativa bettolina per il trasporto di LNG con spintore bi-fuel, con un sistema di motorizzazione alimentato sia tramite diesel che tramite LNG e sarà in grado di trasportare LNG tra il terminal di stoccaggio e le navi da rifornire. 

Un mandato che ha iniziato una trasformazione della visione dei porti di Venezia e Chioggia come un unica entità di Sistema Portuale del Veneto, a capo l’Autorità di Sistema Portuale, Ente scaturito dalla riforma dei porti italiani che, nel caso veneto, ha riunito sotto un’unica Autorità i due porti della regione, porti profondamenti diversi, il porto di Chioggia era gestito da un’azienda speciale della Camera di Commercio veneziana – e che, a detta dello stesso Musolino, ha comportato “un profondo lavoro durato due anni e a costo zero per il settore pubblico di razionalizzazione e normalizzazione nelle procedure, di gestione finanziaria e del personale e di pianificazione, senza contare la necessaria e costante interlocuzione con i Comuni in cui il sistema portuale insiste: Cavallino-Treporti, Chioggia, Mira e Venezia”.

Il porto non deve essere visto come un entità a se ma sia amministrativamente che culturalmente è parte integrante di un area urbana che circonda il porto, che è interconnessa con il porto e dal porto ne riceve un beneficio economico, anche con la creazione di un gran numero di posti di lavoro.

Gli ultimi tre anni hanno visto anche un’intensa attività di riordino finanziario dell’ente:Con un piano volontario avviato nel 2019, abbiamo ridotto i debiti dell’AdSP di 45 milioni di euro rispetto a un’esposizione debitoria massima di 128 milioni raggiunta nel 2013 e dei debiti del gruppo di 83 milioni, rispetto al massimo di 166 milioni raggiunti nel medesimo anno. Il tutto per liberare risorse utili per intervenire sulle criticità infrastrutturali, logistiche e operative e per risolvere situazioni economiche e finanziarie potenzialmente pericolose per l’Ente”.

L’azione di riordino finanziario si è svolta principalmente su tre livelli: la riorganizzazione delle partecipate, il riequilibrio del PEF della società Venice.Ro.Port Mos operante nel terminal di Fusina e la progressiva integrazione fra le strutture societarie veneziane e clodiensi.

La congiuntura internazionale ha segnato l’ultimo triennio, influenzando fortemente anche le attività portuali, basti pensare che il prodotto interno lordo italiano è cresciuto stabilmente tra il 2012 e il 2017 fino all’1,7% ma già nel 2018 cresceva solo dello 0,8% e nel 2019 dello 0,3%. Le ricadute della pandemia mondiale in corso spingono gli analisti a prefigurare per il 2020 un tonfo del -9,1%. In questo contesto, i porti maggiormente connessi alle aree produttive, come quello di Venezia, hanno subito le ripercussioni più serie. 

Ciononostante – sottolinea il Commissario Musolino – il sistema portuale ha retto sia l’urto del rallentamento economico globale sia della crisi sanitaria, movimentando dal 2017 al primo semestre del 2020 oltre 95 milioni di tonnellate, oltre 2,1 milioni di TEU (tutti in homeport a servizio del tessuto economico locale e con zero transhipment) e oltre 25 milioni di tonnellate di rinfuse secche”.

Ricordo – aggiunge Musolino – che nel 2018 abbiamo raggiunto il record storico per il porto veneziano in tutti i settori di traffico e avremmo potuto superarlo ulteriormente nel 2019, nonostante la difficile congiuntura, se fossimo stati messi nelle condizioni di utilizzare gli oltre 20 milioni di euro accantonati per gli escavi manutentivi dei canali, fattispecie realizzatasi solo negli ultimi mesi del 2020 grazie a un lavoro certosino di collaborazione con gli altri enti preposti e con il Governo”.

Nel 2020 l’Autorità ha coordinato i lavori portuali nel corso dell’emergenza Covid-19, contribuendo a garantire la continuità delle operazioni a beneficio del sistema produttivo del Nord-Est e del mantenimento dell’occupazione.

La resilienza del sistema portuale veneto è dovuta anche alle attività svolte dall’AdSP, basti pensare che negli ultimi tre anni sono stati gestiti  24 km di strade, 350 mila mq di piazzali per oltre 800 mila euro di investimenti in manutenzioni, 45 km di rete ferroviaria e 62 km di scambi per altri 500 mila euro, sono stati scavati e conferiti oltre 700 mc di fanghi per un importo di oltre 11 milioni di euro.

Complessivamente sono stati svolti lavori per 45,4 milioni di euro e sono in corso o in progettazione nel periodo 2017-2020 ulteriori 286 milioni di euro di lavori tra opere di banchina e marginamenti, viabilità, interventi su fabbricati, escavi, impiantistica, opere ferroviarie, manutenzione segnalamenti e rilievi idrografici.

La solidità dell’AdSP si misura anche sul fronte della capacità progettuale dell’Ente che, negli ultimi tre anni, si è visto approvare ben 23 progetti europei per oltre 35 milioni di euro di finanziamenti a beneficio delle attività portuali di Venezia e Chioggia.

Interventi infrastrutturali mirati e sostenibili, solidità finanziaria e progettualità europea – conclude Musolino –hanno contribuito a fare negli ultimi anni del sistema portuale veneto un polo economico capace di sviluppare, grazie alle 1260 aziende insediate, una produzione diretta di 6,6 miliardi di euro, pesando per il 27% sull’economia comunale e per il 13% su quella metropolitana. Misurando anche l’indotto, l’impatto economico totale è quantificabile in oltre 92 mila posti di lavoro. Tra produzione diretta, indiretta e indotto, il sistema portuale veneto vale 21 miliardi di euro, una grande realtà, dunque, che merita altrettante grandi attenzione e responsabilità da chi lo guiderà nei prossimi anni”.

Uno dei temi più discussi in questi anni è il traffico crocieristio, Musolino sottolinea come una decisione politica, che renda possibile la razionalizzazione del traffico crocieristico in Laguna e che permetta di dar seguito al decreto Clini-Passera, sia una priorità e che questa debba essere presa anche facendo riferimento alle proposte economicamente e ambientalmente sostenibili avanzate già a partire dal 2017 dall’Autorità.

Nei prossimi mesi inoltre verrà trovata una soluzione per l’approvazione del bilancio economico dell’autorità portuale, approvato da tutti gli organi di stato competenti e anche dal ministero dei trasporti, ma che ha visto i rappresentati della Città Metropolitana di Venezia e della Regione Veneto senza alcun motivo, se non meramente politico, opporsi alla sua approvazione.

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* gas naturale liquefatto (GNL o LNG, dall’inglese liquefied natural gas) si ottiene sottoponendo il gas naturale (GN), dopo opportuni trattamenti di depurazione e disidratazione, a successive fasi di raffreddamento e condensazione

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