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Ex Alitalia: fine CIGS, partono lettere di licenziamento per…

La vertenza Alitalia giunge al suo atto finale. Il governo conferma lo stop definitivo alla Cassa Integrazione Straordinaria (CIGS) dal 31 ottobre 2025.

L’amministrazione straordinaria ha avviato la procedura di licenziamento collettivo. I sindacati protestano e chiedono di sospendere tutto, continuando a creare false illusioni. Il Ministero del Lavoro propone come unica alternativa l’estensione dell’indennità di disoccupazione (Naspi) attraverso il fondo di settore, per terminare le disparità di trattamento con altre categorie.

L’Addio Definitivo alla Cassa Integrazione

Dopo otto anni di ammortizzatori sociali, la storia della Cassa Integrazione per i dipendenti della vecchia Alitalia in Amministrazione Straordinaria (AS) si conclude. Il governo ha formalmente negato la richiesta dei sindacati di un’ulteriore proroga della CIGS, in scadenza il 31 ottobre 2025.

Di conseguenza, Alitalia Sai in a.s. ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per i circa 2.000 lavoratori rimasti nel bacino, tra cui piloti, assistenti di volo e personale di terra. Le lettere che pongono fine al rapporto di lavoro sono già state inviate.

La Proposta del Governo: Estendere la Naspi

Di fronte al mancato rinnovo della CIGS, il Ministero del Lavoro ha messo sul tavolo una proposta alternativa: utilizzare le risorse del Fondo di Solidarietà per il Trasporto Aereo (FSTA) per estendere la durata dell’indennità di disoccupazione (Naspi) oltre i due anni previsti dalla legge. L’obiettivo è quello di fornire una rete di sicurezza economica per favorire una transizione graduale dei lavoratori verso il mercato. I sindacati hanno chiesto che tale estensione sia di almeno due anni.

Tuttavia, questa soluzione non è immediata: richiede una serie di passaggi tecnici per definirne le modalità e, soprattutto, una verifica di sostenibilità contabile da parte dell’INPS. Su questo si concentreranno i prossimi incontri tra Ministero, sindacati e Ministero dell’Economia.

La Dura Reazione dei Sindacati

La reazione delle sigle sindacali (Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo) è stata immediata e durissima. In un comunicato congiunto hanno chiesto la sospensione dell’invio delle lettere, definendo “sbagliato il tempismo” in vista di un ulteriore confronto già fissato al Ministero.

La frase chiave della loro protesta è emblematica: “Si vanificano le speranze di questi lavoratori di essere reintegrati presso le aziende del settore, così da valorizzare le professionalità acquisite durante gli anni alle dipendenze di Alitalia”. Questa affermazione, però, si scontra con una realtà di mercato complessa.

Analisi: Una Speranza che si Scontra con la Realtà

La posizione dei sindacati, pur comprensibile nella sua funzione di tutela, rischia di alimentare un’illusione. Come evidenziato in precedenza, non esiste alcun automatismo o diritto di precedenza per il reimpiego degli ex Alitalia in ITA Airways o in altre compagnie. La discontinuità aziendale imposta dalle normative europee e le diverse strategie di business delle compagnie aeree moderne hanno chiuso le porte a un riassorbimento di massa.

Lo Stato stesso non può imporre assunzioni d’ufficio. La battaglia per la CIGS, dunque, è sempre stata una lotta per guadagnare tempo, nella speranza di creare percorsi di ricollocamento che, tuttavia, non si sono mai concretizzati su larga scala. La fine della CIGS e il passaggio a un’indennità di disoccupazione, seppur estesa, segna l’amara accettazione che per questi 2.000 professionisti il futuro non sarà più legato a un reintegro “garantito” nel settore aereo, ma a un percorso individuale di reinserimento nel mercato del lavoro.