
Taxibot: rivoluzione silenziosa sull’asfalto per un’Aviazione più green
La riduzione dell’impatto ambientale dell’aviazione non si gioca solo nei cieli. A terra, una rivoluzione silenziosa sta prendendo piede, grazie all’accelerazione dei test del Taxibot, un innovativo rimorchiatore ibrido-elettrico.
Questo progetto fa parte di HERON (Highly Efficient green OperatioNs), un’iniziativa europea coordinata da Airbus che mira a ottimizzare le operazioni aeree, sia in volo che a terra, e che si concluderà entro la fine del 2025. L’obiettivo primario del Taxibot è drastico: ridurre il consumo di carburante e le emissioni inquinanti degli aerei durante i rullaggi a terra.
Tradizionalmente, gli aerei utilizzano i propri motori, estremamente potenti e rumorosi, anche per spostarsi lentamente tra i terminal e le piste. Il Taxibot interviene proprio qui, trainando l’aeromobile e permettendo di spegnere i motori principali fino a poco prima del decollo.
Meno emissioni, meno rumore: i vantaggi di HERON
HERON, acronimo di Operazioni Ecologiche ad Alta Efficienza, è un’iniziativa congiunta all’interno del più ampio progetto Single European Sky ATM Research (SESAR). Il suo scopo è dimostrare come l’impatto ambientale dell’aviazione possa essere significativamente ridotto attraverso operazioni a terra efficienti e una gestione ottimizzata del traffico aereo (ATM).
Airbus, in qualità di coordinatore, guida una partnership di 24 attori in dieci paesi, che rappresentano l’intero ecosistema dell’aviazione: compagnie aeree, aeroporti, agenzie di controllo del traffico aereo e fornitori di servizi. Tra i partner figurano nomi di spicco come Aéroports de Paris, Air France, Brussels Airport Company, easyJet, EUROCONTROL, Leonardo, Lufthansa e l’aeroporto di Schiphol.
Il cuore dello studio sulle operazioni a terra di HERON è proprio il Taxibot ibrido-elettrico. Questo rimorchiatore, controllato direttamente dal pilota dall’interno della cabina di pilotaggio dell’aereo, è in grado di trainare un aeromobile a corridoio singolo da una piazzola remota fino alla pista senza accendere i motori dell’aereo. I benefici sono evidenti: una significativa riduzione delle emissioni di CO2 e NOx, oltre a un notevole abbattimento dell’inquinamento acustico a terra.
Come funziona il taxibot e la sua adozione
Il funzionamento del Taxibot richiede piccole modifiche al vano avionico dell’aereo, che sono state certificate e sono ora disponibili per i clienti Airbus a corridoio singolo tramite retrofit. Il Taxibot si aggancia al carrello d’atterraggio anteriore dell’aereo, sollevando la ruota anteriore su una piattaforma girevole. Questo permette al pilota di utilizzare il timone e il freno dell’aereo per sterzare il rimorchiatore, prendendone il controllo una volta che il conducente del Taxibot ha completato l’aggancio e la spinta iniziale. Solo a questo punto, poco prima del decollo, i motori dell’aereo vengono avviati.

Le sperimentazioni stanno accelerando in diversi aeroporti chiave. easyJet, ad esempio, prevede di condurre un’ampia sperimentazione all’aeroporto di Amsterdam Schiphol entro la fine del 2025. Schiphol è un candidato ideale per le operazioni di rimorchio ibrido, data la lunga distanza tra alcune delle sue sei piste e i terminal. Altri aeroporti come il JFK di New York, Nuova Delhi, Parigi Charles de Gaulle e Bruxelles stanno anch’essi sperimentando questi rimorchiatori.
Verso un futuro completamente elettrico e oltre
L’aeroporto di Schiphol punta a diventare un aeroporto a zero emissioni entro il 2030. I suoi studi indicano che un’adozione su larga scala del Taxibot potrebbe portare a un risparmio di carburante a terra di circa il 50%, con punte dell’85% per le tratte di rullaggio più lunghe. Guardando al futuro, una versione completamente elettrica del Taxibot dovrebbe essere aggiunta all’offerta a partire dal 2026, ed è in fase di sviluppo anche una versione per gli aerei widebody.
Il Taxibot è stato ideato da Israel Aerospace Industries (IAI), che ne detiene il marchio, e prodotto in collaborazione con TLD, un’azienda francese specializzata in attrezzature di supporto a terra per aeroporti, con un prototipo costruito in Francia nel 2011.
Ora che il Taxibot è operativo, gli sforzi si concentrano sull’addestramento di un numero maggiore di piloti, sull’adeguamento delle infrastrutture aeroportuali per un aggancio e sgancio più efficiente dei rimorchiatori, e sull’integrazione delle operazioni Taxibot nelle procedure aeroportuali standard, migliorando il coordinamento tra piloti, controllo del traffico aereo e personale di assistenza a terra.
Nel lungo termine, Airbus e i suoi partner HERON continueranno a promuovere l’espansione del Taxibot, con l’obiettivo di renderlo la procedura standard per i movimenti a terra degli aeromobili, ove opportuno.
“Gli aeroporti stanno attivamente ricercando soluzioni per ridurre le emissioni di CO2 derivanti dalle operazioni a terra, in linea con le più ampie iniziative di HERON“, osserva Benjamin Tessier, Coordinatore HERON e Architetto dei Sistemi Veicolari di Airbus. Airbus, dopo tre anni di sviluppo del kit Taxibot per le sue piattaforme a corridoio singolo, sta ora valutando la sua adozione per il resto della flotta.
Il Taxibot è solo uno degli aspetti di HERON, il cui completamento è previsto per dicembre 2025. Altre aree di sviluppo includono strumenti di controllo del traffico aereo che supportano l’uso di ADS-C EPP per future operazioni basate sulla traiettoria, il rullaggio con un solo motore e migliori operazioni di avvicinamento e di pista per mitigare le emissioni di CO2 e di rumore.
Fonte: Airbus