Airspace Cabin Airbus Lufthansa interno cappelliere Diritti del passeggero

Il Bagaglio a Mano: una storia di cambiamenti, entrate,…

Il tema del bagaglio a mano è diventato un vero e proprio campo di battaglia per le compagnie aeree, con il Parlamento Europeo che si avvia a scrivere finalmente regole chiare e precise, a cui i vettori dovranno attenersi.

Analizziamo i punti della “propaganda“, smentibili con molta facilità, invitando i vettori ad un dialogo costruttivo, evitando di creare allarmismi. D’altro canto anche il Parlamento Europeo dovrà garantire un equilibrio tra i diritti di entrambe le parti.

Un servizio diventato a pagamento

Prima della pandemia di Covid-19, la norma era semplice: il bagaglio a mano di dimensioni standard era incluso nel costo del biglietto aereo. Poi è arrivato il 2020, e con esso, una mossa che molti considerano una “brillante idea” (o “diabolica”, a seconda dei punti di vista).

Ryanair, con il suo proverbiale spirito innovatore, ha intuito che il bagaglio a mano non era un semplice accessorio, ma un servizio di grande valore, al quale la maggior parte dei passeggeri non avrebbe rinunciato. Non esistendo un regolamento che lo vietasse, la compagnia ha deciso di trasformarlo in un servizio a pagamento. La scommessa è stata vinta: questo ha generato un’enorme fonte di ricavi aggiuntivi, che ha aiutato a rimpinguare le casse e a ripianare i debiti accumulati durante la crisi.

A ruota, molte altre compagnie aeree low-cost hanno seguito l’esempio. Il risultato è stato un aumento sostanziale delle entrate ancillari per i vettori. Allo stesso tempo, si è assistito a un graduale aumento del costo medio dei biglietti, con la quasi totale scomparsa delle tariffe “ridicole” da 0,99 o 9,99 euro che un tempo erano all’ordine del giorno.

La capienza delle cappelliere e la corsa all’imbarco

Un’altra questione che persiste è la capienza limitata delle cappelliere. Prima del Covid, il conteggio dei bagagli in coda per l’imbarco era una pratica comune e veloce. Era una questione di ordine di arrivo: i primi passeggeri in fila avevano la certezza di trovare spazio, mentre gli ultimi spesso dovevano lasciare il proprio bagaglio in stiva gratuitamente.

Oggi, la situazione non è molto diversa nella pratica, ma il processo è cambiato. La “conta” viene fatta prevalentemente nella coda dedicata all’imbarco prioritario, che in teoria garantisce lo spazio in cabina. Ma anche chi ha pagato per la priorità si trova a dover lasciare il bagaglio ai piedi della scaletta se lo spazio non è sufficiente.

In sostanza, oggi come ieri, chi si presenta tardi rischia di non trovare spazio. La logica della capienza massima delle cappelliere rimane immutata, al di là delle regole di imbarco.

Un appello alle istituzioni

Questo scenario solleva interrogativi cruciali per i passeggeri e le compagnie aeree. Le istituzioni europee, come la Commissione Europea e il Parlamento Europeo, e figure come la Presidente Roberta Metsola, sono chiamate a intervenire per legiferare su questa materia.

Tuttavia, è fondamentale che la normativa trovi un equilibrio. I diritti dei passeggeri non devono annullare i diritti delle compagnie aeree, e viceversa. Una regolamentazione equilibrata è necessaria per garantire chiarezza, trasparenza e un servizio equo per tutti, senza lasciarsi influenzare dalla “propaganda” di una parte o dell’altra.