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“Allarme” nel Regno Unito: Spagna affronta l’incertezza dei Britannici…

“Ogni estate è suppergiù la stessa storia”, tabloid e testate giornalistiche britanniche lanciano “allarmi” ai turisti britannici, che danno alle loro “sacre” e meritate vacanze un valore immenso, tale da portarli ad indebitarsi o a privarsi di altro durante l’anno, l’importante è partire!

Il turismo britannico è un mondo a sè, davvero curioso e interessante da studiare e capire, ma quest’anno le preoccupazioni, sembrano aver raggiunto un livello tale da allarmare gli stessi tour operator, come nel caso d Jet2, primo ed incontrastato in UK. Steve Heapy, amministratore delegato di Jet2, ha evidenziato come i clienti pongano sempre più spesso domande dirette e cariche di ansia: “La Spagna è sicura?” o “Siamo ancora benvenuti nel resort?”.

Questi quesiti, frequenti e in aumento, indicano un mutato clima di percezione della sicurezza tra i viaggiatori britannici, che va oltre le normali precauzioni contro la microcriminalità. Sebbene la Spagna sia generalmente considerata una destinazione sicura, con le autorità che raccomandano le usuali cautele nelle aree affollate, l’emergere di queste preoccupazioni solleva interrogativi più ampi sulla percezione dell’accoglienza del Paese.

“Sta diventando un problema serio”, ha affermato Heapy, sottolineando la gravità di questa tendenza che potrebbe avere un impatto significativo sui flussi turistici dal Regno Unito. La tranquillità e la sensazione di essere benvenuti sono fattori cruciali per i turisti, e un’alterazione di questi può ripercuotersi direttamente sulle scelte di vacanza.

Le radici dell’incertezza: ll malcontento locale contro l’overtourism

Questa crescente percezione di insicurezza è direttamente collegata alle recenti e sempre più intense proteste della popolazione locale spagnola contro il turismo di massa. Questo fenomeno, noto come “overtourism“, sta generando un forte malcontento tra i residenti, preoccupati per l’impatto negativo sulla loro vita quotidiana, sul costo della vita e sul carattere distintivo dei loro luoghi.

Le manifestazioni anti-turismo sono diventate un fenomeno diffuso, coinvolgendo città e regioni chiave come le Isole Canarie, Palma di Maiorca, Barcellona, Granada, e San Sebastián. I residenti non sono semplicemente “contro i turisti”, ma contro un modello di sviluppo turistico percepito come insostenibile e miope, che non tiene conto delle esigenze della comunità locale.

Le principali cause del malcontento includono:

  • Aumento vertiginoso dei prezzi degli affitti e costo della vita: L’espansione incontrollata degli alloggi turistici a breve termine (come gli Airbnb) sta sottraendo case dal mercato degli affitti a lungo termine, rendendo quasi impossibile per i residenti trovare alloggi a prezzi accessibili. Questo è uno dei punti più dolenti, spingendo molti a lasciare le proprie città. A Barcellona, ad esempio, si è registrato un aumento del 18% degli affitti nell’ultimo anno, in parte attribuito al turismo di massa.
  • Sovraccarico dei servizi pubblici e delle infrastrutture: L’enorme afflusso di turisti mette sotto pressione i servizi essenziali come trasporti, gestione dei rifiuti, approvvigionamento idrico e sicurezza, peggiorando la qualità della vita per i residenti.
  • Perdita dell’identità culturale e del tessuto sociale: Le aree più turistiche si trasformano in “parchi giochi per turisti”, con la chiusura di negozi tradizionali a favore di attività commerciali orientate ai visitatori e una perdita dell’autenticità dei quartieri. I residenti si sentono “schiacciati” e la loro cultura annacquata.
  • Impatto ambientale: In alcune zone, soprattutto nelle isole, si registrano preoccupazioni per lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e l’impatto sull’ambiente, come il furto di roccia vulcanica a Tenerife.
  • Percezione di un turismo poco rispettoso: I manifestanti spesso denunciano un turismo “invasivo” e “selvaggio”, che non sempre mostra rispetto per i luoghi e le tradizioni locali. Ci sono stati casi emblematici, come a Barcellona, dove sono tornate le “pistole ad acqua” contro i turisti, un gesto provocatorio ma simbolico del disagio.

La Risonanza delle Proteste nel Regno Unito

La risonanza mediatica di queste manifestazioni, amplificata anche dai social media, ha chiaramente raggiunto il Regno Unito, influenzando la percezione dei potenziali viaggiatori. Quando il CEO di Jet2 parla di domande come “Siamo ancora benvenuti?“, si riferisce proprio a questa crescente consapevolezza delle tensioni tra residenti e turisti.

Da notare che la Spagna sta anche implementando nuove misure per gestire l’overtourism e migliorare la registrazione dei viaggiatori, richiedendo più dati personali a partire da ottobre 2024. Sebbene queste misure siano volte a ottimizzare la gestione dei flussi turistici e la sicurezza, potrebbero anche contribuire, in una prima fase, a un senso di maggiore controllo percepito dai visitatori.

La Spagna, con la sua ricchezza culturale, le sue spiagge e la sua gastronomia, rimane una meta ambita, insieme al Portogallo, sono le mete preferite dai turisti inglesi. La sfida per il Paese sarà bilanciare gli indubbi benefici economici del turismo con la necessità di preservare la qualità della vita dei residenti e l’autenticità dei suoi territori, in un contesto in cui la percezione di accoglienza è diventata un fattore determinante per i turisti britannici.

Ma ho come la sensazione, che nonostante i dubbi e le paure, il turista inglese partirà ugualmente, lasciando ai piedi della scaletta dell’aereo, preoccupazioni ed ansie, pronti a godersi 2 settimane di sole, mare, buon cibo e divertimento.