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easyJet nel Regno Unito: 80 voli cancellati domenica

Sono stati 80, come riferisce SKY news, i voli cancellati da easyJet nel Regno Unito nella sola giornata di domenica 4 giugno, ultimo giorno dei festeggiamenti del giubileo della Regina Elisabetta.

Non mi stuferò mai di porre la solita domanda: tutto questo era davvero così poco prevedibile? Grant Shapps, segretario ai trasporti del Regno Unito è della mia stessa opinione, no… non era imprevedibile.

Ora che i festeggiamenti per il giubileo della regina sono terminati, l’opinione pubblica può tornare ad occuparsi di altro ed ha iniziato immediatamente a parlare delle migliaia di passeggeri britannici che non riescono a partire o tornare a casa, secondo easyJet, in una nota a Sky news: “a causa dell’ambiente difficile in corso“, una situazione che Luton ha tutti gli strumenti per monitorare ed adeguare il suo planning estivo, ma non è di easyJet tutta la colpa, anche gli aeroporti dovrebbero porre un tetto al numero di voli che possono operare giornalmente in base al personale a disposizione.

Compagnie aeree, ATC, aeroporti ed aziende dell’indotto aeroportuale, sono le parti interessati in vari processi, tutti coordinati tra loro, quando uno di questi non funziona correttamente, a cascata crea problemi a tutti gli altri processi interconnessi.

I tempi affinché i nuovi assunti diventino operativi sono lunghi, ormai questo è stato più volte evidenziato, le candidature sono meno di quelle che le compagnie aeree e gli aeroporti hanno bisogno, questo a causa della BREXIT, molti lavoratori in questo settore, soprattutto per le compagnie aeree erano europei, infatti il settore ha chiesto e si è visto negare, un esonero dalle attuali normative in vigore che impediscono alle aziende UK di assumere personale UE, sono escluse solo alcune categorie per lavori essenziali.

Il segretario ai trasporti Grant Shapps ha affermato che le compagnie di viaggio hanno “seriamente ipervenduto voli e vacanze rispetto alla loro capacità di consegnare” nonostante gli avvertimenti del governo, è realmente così, non perchè mancano gli aerei o le infrastrutture adeguate, ma perchè manca il personale per far volare gli aerei e quello di terra per far funzionare gli aeroporti con piena capacità.

Ne consegue che la capacità è e sarà per tutta l’estate limitata, impossibile gestire una programmazione come il 2019, ancora più impossibile una programmazione superiore al 2019, quindi è necessario rivedere l’intera S22 al ribasso in base alla capacità reale di operare un numero di voli inferiore, che non è quello attualmente programmato.

Non parliamo di AMS, in cui la situazione è chiaramente dubbia, si è passati dall’avvertire i passeggeri della carenza di personale, a stoppare le vendite per un intero fine settimana (weekend scorso) per i voli in partenza da Schiphol, al weekend successivo quando gli aerei son tornati vuoti a Schiphol, motivando la scelta con lavori sulla pista che hanno limitato la capacità di movimenti orari dell’aeroporto.

In Europa la situazione è ben diversa, certo ci sono i classici ritardi estivi, ma la situazione non è lontanamente paragonabile a quella UK.

Normativa sul lavoro in UK

Parte della colpa come più volte ho sottolineato, è la normativa sul lavoro nel Regno Unito che non prevede ammortizzatori sul lavoro tali da garantire che i lavoratori di aziende in difficoltà possano mantenere il proprio lavoro per il tempo necessario alla ripresa, lo strumento temporaneo che ha garantito alcuni mesi dopo dall’inizio della pandemia un sostegno al reddito dei dipendenti di compagnie aeree e aeroporti non è stato sufficiente ad evitare una fuoriuscita di personale e licenziamenti.

Programmazione e resilienza

Compagnie aeree ed aeroporti hanno chiesto ed ottenuto le road-map per l’allentamento delle restrizioni, quindi sapevano, anche se non con assoluta certezza, quando dovevano riprogrammare un operativo con maggiore capacità, sapevano anche che la domanda sarebbe tornata forte, basta conoscere le basi del settore aereo e del turismo e ascoltare le richieste dei passeggeri perchè è sempre stata evidente quella voglia repressa che sarebbe poi esplosa di viaggiare, quante volte ho ripetuto che è fondamentale ascoltare e conoscere il proprio cliente?

Per questo dico che c’è stato e ancora adesso è evidente un grave problema di programmazione e di gestione della crisi, resilienza non è cancellare 80 voli in un giorno, resilienza è prendere in mano un intera stagione ed effettuare una revisione completa delle frequenze.

Non è solo easyJet a cancellare voli, anche se e’ la più colpita, la BBC riferisce che domenica l’aeroporto di Gatwick ha cancellato 52 partenze e 30 arrivi, anche British Airways, Wizz Air e Vueling sono state interessate.

La gestione della crisi con la programmazione e lo “stato delle cose“.

Nel frattempo il governo farà il possibile per velocizzare i tempi per l’emissione degli ID Airside, ma non appoggerà compagnie aeree ed aeroporti in altro, in quanto ha detto Shapps, spetta al settore risolvere i problemi, accusando i capi di “aver tagliato troppo, nonostante abbiano ricevuto 8 miliardi di sterline di sostegno statale e abbiano avuto accesso al sostegno alle retribuzioni temporaneo per evitare i licenziamenti.

Per capire quanto sta accadendo dal lato politico però, è necessario conoscere il funzionamento dell’apparato governativo inglese e della cultura politica e della dialettica politica del Regno Unito, alcuni aspetti per noi europei a prima vista possono sembrare incomprensibili, in realtà fanno parte di una normale gestione delle cose in UK, di cui ne abbiamo parlato anche quando il Regno Unito non ha salvato Monarch ad esempio, si tratta quindi di comprenderla.

Possiamo non condividerla perché è una cultura diversa dalla nostra, ma non dobbiamo, aldilà delle evidenze, come ad esempio la normativa sul lavoro non all’altezza per quanto riguarda le tutele di quella europea, giudicarla.

Riassumendo, ora il problema c’è, bisogna risolverlo, ognuno dei protagonisti di questo complesso sistema ha le sue colpe, compagnie aeree, aeroporti e governo.