ITA airways

Altavilla, ITA: impossibile raggiungere un accordo

Altavilla getta la spugna, impossibile raggiungere a queste condizioni, un accordo con il sindacato, che pretende maggiori assunzioni, l’ingresso di ITA in Assaereo e quindi l’adozione del CCNL.

Senza accordo, ITA applicherà un suo contratto ed un suo regolamento aziendale, al personale rispetto agli stipendi Alitalia un taglio del 30-50% della retribuzione, secondo il sindacato.

ITA in una nota spiega: “Rilevata l’indisponibilità alla firma unitaria Ita prende atto della impossibilità di addivenire ad un accordo”.

Alfredo Altavilla, presidente di ITA esprime “rincrescimento… vi sono pregiudiziali puramente formali che nulla hanno a che fare con il merito e la bontà del progetto, che rispecchiano consuetudini e linguaggi non più attuali”.

Altavilla sicuramente si riferisce all’approccio del sindacato ormai abituato per Alitalia a ricevere un trattamento di favore dallo stato che non ha mai avuto il coraggio di staccare la spina, nonostante in un mondo reale ogni azienda privata che ha a cuore i propri investimenti avrebbe già dichiarato fallimento anni fa.

IL sindacato dal canto suo lamenta l’assenza del governo, ma Giorgetti ieri è stato ancora una volta chiarissimo sulle intenzioni del governo e non ha alcuna intenzione di cambiare idea, “la rotta è obbligata“.

“La rottura delle trattative da parte di Ita è la goccia che ha fatto traboccare il vaso“, commentano i segretari generali Cgil e Filt, Maurizio Landini e Stefano Malorgio, Cisl e Fit, Luigi Sbarra e Salvatore Pellecchia e Uil e Uiltrasporti, Pierpaolo Bombardieri e Claudio Tarlazzi. “Ora serve intervenire e convocare urgentemente il tavolo sull’emergenza trasporto aereo che avrebbe dovuto essere già stato convocato a seguito delle nostre reiterate richieste, rimaste totalmente inascoltate da parte dei ministeri che ne avrebbero avuta la titolarità, finanziando innanzitutto un ammortizzatore sociale che accompagni il piano industriale messo in campo da un’azienda pubblica. È inaccettabile che un’azienda di proprietà dello Stato agisca con una modalità al limite delle regole e senza alcuna idea di responsabilità sociale, fino a mettere in discussione l’esistenza del contratto nazionale, in una trattativa complessa che riguarda migliaia di lavoratori e lavoratrici“.

E’ inaccettabile che il sindacato utilizzi ancora queste motivazioni per una contrattazione che ha bisogno di un approccio completamente diverso dal passato, è inaccettabile che il sindacato utilizzi la leva del dumping dopo aver applaudito il decreto rilancio lo scorso anno che doveva colpire le low cost ed invece sta colpendo ITA, è ancora una volta inaccettabile che il sindacato insista per proteggere i lavoratori senza proteggere il lavoro, ricordo che se ITA non decollerà o rimarrà a terra tra 1 o 2 anni, non saranno 5000 gli esuberi, ma saranno 11.000 persone a perdere il proprio posto di lavoro.