Ripartiamo dall'Italia

Sardegna e Sicilia preoccupate, Alitalia è inutile

Di quanto Alitalia in questi anni non sia stata per NULLA “strategica” ne veicolo di crescita per il turismo ed in particolare per le isole, lo si è capito anche ieri durante l’evento organizzato da ILDA Events and Tourism.

Anche se l’evento era incentrato sulla Sardegna, c’è stato anche modo di porre il problema su quanto la politica ed il sistema Italia con Alitalia non sia stata in grado di connettere adeguatamente le isole e di contribuire alla crescita ed al turismo, un industria che da vita all’Italia non solo manifatturiera, un tesoro inestimabile spesso non adeguatamente valorizzato come leva per la ricchezza del paese.

Un argomento che nei mesi scorsi ha evidenziato anche la volontà delle due regioni di appoggiare la nascita di due compagnie aeree con capitale pubblico e privato per garantire la connettività necessaria non solo per i residenti in termini di continuità territoriale, argomento che affronteremo lunedì e di cui se ne è parlato anche durante il meeting, in particolare con un interessante intervento di Roberto Devoto, docente all’università di Cagliari ed un esperto di trasporti, ma anche per il turismo, un idea che chiaramente è un ulteriore prova dell’inutilità di Alitalia in questi anni e dei problemi del trasporto aereo in Italia che potrebbe crescere ancora, anche in aeroporti attualmente poco serviti, senza la necessità di bandi o contributi, ma non è evidentemente questo l’obbiettivo della politica.

Ho già avuto modo di parlarvi del DL rilancio, con al suo interno alcuni articoli scritti come è “cattiva e usuale pratica” per la politica italiana … male, per salvare Alitalia, i politici hanno fatto di tutto perché non se ne discutesse e l’opinione pubblica non se ne accorgesse, oltre a “buttare” altri 3 miliardi di euro in un “carrozzone” chiamato Alitalia, una procedura che non poteva che non essere rifiutata così come pensata dal governo dalla Commissione Europea, la Vestager ha ammonito il governo a proseguire verso quella direzione ed infatti è tutto slittato a Settembre.

E come se non fosse ha alimentato false illusioni per il personale di Air Italy ed Ernest che attendono ancora di sapere cosa ne sarà di loro ed in uno stato comprensibilmente preoccupato, iniziano a riaccendere le loro speranze, in quanto continua a diffondersi la voce che verranno assorbiti dalla nuova Alitalia, senza la consapevolezza però che andrebbero solo ad alimentare gli esuberi ed è questa una mossa politica per parcheggiarli nella cassa integrazione di Alitalia, ovvero non una risposta al loro problema ma solo un contentino e dal punto di vista politico una soluzione rapida all’Italiana, che non è più accettabile.

La politica non è in grado e non è intenzionata a supportare e normare efficacemente il sistema aereo in Italia, “accecata” da Alitalia.

Le Low cost riunite nella nuova associazione Aicalf, per la prima volta insieme iniziano a far sentire la loro voce, ed insieme dobbiamo far comprendere all’opinione pubblica che in questi mesi è stata sommersa dal lockdown di quello che la politica a loro insaputa sta rischiando di provocare, stiamo rischiando davvero di compromettere la concorrenza, la libertà di movimento garantita in questi anni dalle sempre più crescenti frequenze e rotte.

Blue Air, easyJet, Norwegian, Ryanair, Volotea e Vueling rappresentano oltre il 50 per cento del traffico aereo italiano di corto raggio e una parte significativa del traffico a lungo raggio e chiedono di modificare il decreto Rilancio, attualmente all’esame della Camera dei Deputati.Le richieste di Aicalf – scrive una nota – poggiano solidamente sulle indicazioni della Commissione Europea che, in più occasioni in merito all’emergenza Covid-19, ha ribadito come eventuali aiuti statali dovessero essere applicabili a tutte le imprese con sede nel territorio dell’Unione, senza alcun tipo di discriminazione”.

Il viceministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri pur precisando che la competenza su questi articoli e su questi temi è direttamente della ministra Paola De Micheli è preoccupato per due articoli in particolare il 198 Istituzione fondo compensazione danni settore aereo” e il 203Trattamento economico minimo per il personale del trasporto aereo“, i due articoli secondo il viceministro potrebbero “danneggiare fortemente la ripartenza del settore turistico e in genere della nostra economia. Ho portato la questione all’attenzione del ministro Luigi Di Maio. Lui sta facendo un immane lavoro per far venire i turisti in Italia, mi sembra giusto che sappia che quei due articoli potrebbero vanificare tutti i suoi sforzi. Spero che in sede di conversione si possa cambiare qualcosa. In più ho proposto di esentare gli aeroporti con meno di un milione di passeggeri annui dall’addizionale comunale. Sarebbe una boccata di ossigeno anche per Trapani e Comiso” ha chiarito in un articolo su Repubblica.

Con particolare riferimento all’articolo 203 recanti norme per il trattamento economico minimo per il personale del trasporto aereo, è evidente che sia necessario colmare questo vuoto normativo, ma non in questo momento e con queste modalità “approfittando” di un decreto per il “rilancio” del paese, è dal 1999 che se ne parla senza mai legiferare, come possiamo non pensare che questo decreto in questo momento non sia chiaramente stato inserito per ostacolare le low cost.

Come ho spesso avuto modo di ricordare è indispensabile ripensare l’intero sistema dei trasporti ed infrastrutturale italiano e normare anche questi importanti aspetti, perseguendo anche un ottica di tutela dei lavoratori, dando modo ugualmente a tutti i vettori che attualmente applicano contratti molto diversi tra loro ma italiani, la possibilità di adeguarsi e di continuare ad operare, prendendo come esempio un contratto che potrebbe fare scuola, quello di easyJet.

Non è possibile che ogni volta nel nostro paese si butti di tutto in un decreto, senza affrontare come si dovrebbe, separatamente temi molto diversi tra loro, non è possibile che ancora una volta il chiaro interesse politico su Alitalia faccia slittare nuovamente il dover affrontare il “delicato problema” di realizzare un piano dei trasporti nazionale che indubbiamente andrà a toccare punti deboli della politica quali i localismi e i partitismi.

La politica siciliana per voce del Sindaco metropolitano al quarto posto tra quelli più graditi in Italia, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, politico di lunga data che non ha mai avuto peli sulla lingua e su twitter non usa mezzi termini e punta le sue osservazioni su altri aspetti del decreto, parla di “condizioni drogate” e scrive: “Decretare, con clausola “nascosta” in un Dpcm sul Covid19, le condizioni di un vettore nazionale fallimentare, tenuto in piedi con miliardi a carico del contribuente e da disastrose politiche aziendali, sarebbe un passo verso un diseconomico monopolio di Statoavverte Orlando in conflitto con le norme Ue su libero mercato. Anche le low cost devono poter operare come avviene in Francia, Svezia o Germania, paesi certamente non carenti di ottimi sistemi welfare e di diritto di lavoro. In Sicilia bloccare la mobilità aerea significa bloccare uno dei pilastri portanti della economia regionale: il turismo e la mobilità di lavoratori e studenti è condizione di ripartenza per l’Italia, l’Europa e il mondo. Limiterebbe il ritorno di questi carrier anche in Sicilia dove hanno garantito per anni parte importante della mobilità dei siciliani e degli italiani così come l’arrivo di stranieri, professionisti e turisti, a prezzi concorrenziali e accessibili. Governo e ministero dei Trasporti non possono costringere low cost straniere ad applicare condizioni “drogate” di Alitalia per poter riprendere servizio. Da presidente di Anci Sicilia chiedo a Paola De Micheli di sbloccare subito questa situazione, assurda e pericolosa per la ripartenza”.

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